
ENVIROMENTAL PERFORMANCE INDEX
L’indice di prestazione ambientale (EPI) utilizza 32 indicatori di performance, per 11 categorie di tematiche ambientali, al fine di determinare le prestazioni di un Paese per la protezione della salute umana da danni ambientali e la tutela degli ecosistemi. In questo modo si mettono in evidenza i Paesi più virtuosi e quelli ritardatari, fornendo indicazioni pratiche alle elite, per direzionare le scelte politiche verso un futuro più sostenibile.
L’indice è stato creato dalla Yale University e dalla Columbia University in collaborazione con il Forum Economico Mondiale e con il Centro comune di ricerca della Comunità Europea ed è stato pubblicato per la prima volta nel 2002.
Le 11 categorie strategiche di riferimento sono: qualità dell’aria, igiene e acqua potabile, esposizione ai metalli pesanti ( piombo, arsenico, mercurio e cadmio), gestione e smaltimento dei rifiuti, habitat e biodiversità, riduzione degli ecosistemi boschivi, salute e qualità della pesca, cambiamenti climatici (emissione di gas serra), inquinamento atmosferico, agricoltura (uso di fertilizzanti), impatto umano sulle risorse idriche (trattamento delle acque reflue).
Il punteggio viene assegnato su una scala da 0 (minimo) a 100 (massimo). L’indice EPI è probabilmente perfettibile ma rappresenta senza dubbio un indicatore analitico molto utile per individuare problemi, fissare obiettivi, tenere traccia delle tendenze, identificare le migliori pratiche da utilizzare come benchmark per valutare le politiche di tutela ambientale poste in atto dai singoli Paesi.
A noi di Altreculture ci piace sapere quali sono i Paesi più e meno virtuosi. Un modo per adottare d un comportamento più consapevole durante i nostri viaggi.
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